L’ultimo nato in casa Parrot, sfruttando il meglio dell’esperienza di Bebop e di SenseFly. Evidente la camera frontale che non fa scopa con la fotogrammetria, bensì con i video documentari.
Le tecnologie avanzano veloci si sa, e il loro impatto non sempre è certo. Cosi la nuova era dei sistemi UAV sta avendo un inaspettato impatto sul mondo della fotogrammetria, alla cui ribalta stiamo assistendo noi tutti veterani della restituzione cartografica per via fotogrammetrica tradizionale e digitale.
Ma parlare di fotogrammetria è cosa seria e in cui i numeri la fanno da padrone, cosi come la calibrazione degli obbiettivi, e sopratutto l’uso di software di produzione che ad essa sono votati, invece che dei software nati per il cinema e abusati per la fotogrammetria.
Ma questo aspetto sembra ormai assunto dai più, o dalle aziende che hanno capito che la generazione facile dei modelli 3D scenografici non è la via che potranno perseguire per arrivare ai loro potenziali clienti nel campo delle informazioni geo-topografiche e territoriali.
Nonostante tutto, sembra che ormai la direzione ostinata e contraria al flusso, sia lo sport nazionale tra i produttori di droni, o peggio ancora tra quelli che vorrebbero in cuor loro informare il pubblico di attenti e appassionati dronisti.
Agridrone è l’offerta mirata di Parrot verso l’agricoltura di precisione.
Cosi leggo in una recensione ultima su una rivista di riferimento, dove il poveretto, parlando e promuovendo l’ultimo sistema DISCO di Parrot, lo elogia infatti come un sistema anche per la fotogrammetria, pensando forse il malcapitato che il drone, oltretutto un tutt’ala di piccole dimensioni, possa con la sua bella camera fotografica piazzata esattamente sul muso, effettuare delle riprese fotogrammetriche.
V’è da dire che quando l’arroganza è tanta, forse lo è anche l’ignoranza, ma vè più la sua grande diffusione, visto che questo problema lo ritroviamo in tante, troppe comunicazioni tecniche sui droni, cosi come tutti si ostinano a progettare dei droni in classe 250 per operare in città senza le complicate autorizzazioni ENAC. E anche qui vediamo delle belle mini camere sul muso dei quadricotteri, spacciate per capacità fotogrammetriche.